Storyboard: I punti fondamentali per la sua realizzazione.
L’idea è la chiave per la realizzazione di un buon video aziendale. Nasce poi l’esigenza di capire nel dettaglio che cosa si sta cercando di comunicare e a chi è destinato il messaggio. Successivamente bisognerà pensare e capire il tipo di linguaggio da usare.
Così ha inizio la creazione di una storyboard: la formalizzazione di quella che all’origine è solo un’intuizione.
La storyboard permette di “visualizzare” il video tramite una serie di disegni in sequenza che sintetizzano le diverse inquadrature da fare. E’ una “sceneggiatura rappresentata”, un “fumetto del film” e da un’idea precisa di quali siano e come si svilupperanno le singole inquadrature. Si usa per particolari tipi di produzione, soprattutto negli spot pubblicitari.
La storyboard dovrebbe dare risposta ad almeno cinque domande: chi, cosa, quando, dove e perché. Questo vi aiuterà a compilare il corpo principale della vostra storia.
Una storyboard contiene una rappresentazione approssimativa del video. E’ essenzialmente una linea temporale che va dall’alto verso il basso, con la parte superiore che si verifica per prima. Utilizzarla consente di vedere come sarà la scena. Questo è uno dei principali vantaggi di una story board rispetto a uno script (ovvero il copione).
Quindi, una volta che vi siete fatti un’idea precisa di come dovrà essere il vostro video, il passo successivo sarà quello di fare una story board, raccontando visivamente la storia che vorrete narrare con il vostro video tramite l’uso di pannelli, un pò come succede nei fumetti.
I punti chiavi da definire in uno storyboard
Le informazioni da definire sono:
• Quali sono i personaggi nell’inquadratura, e come si muovono?
• Cosa si dicono i personaggi?
• Quanto tempo è passato tra l’ultimo fotogramma della storyboard e quello attuale?
• Come è posizionato il cameraman? Vicino o lontano? Il cameraman è fermo o si muove?
La creazione di una storyboard vi aiuterà a pianificare il video, inquadratura dopo inquadratura.
Storyboard: quali termini utilizzare?
Come sempre, per capirsi è utile parlare la stessa lingua. In questo caso, si potranno utilizzare una serie di termini, che da decenni si usano nel mondo del cinema. Ne riporto in seguito alcuni dei più utili, con una breve descrizione.
ANGOLO DI RIPRESA.
Indica la posizione della macchina da presa. Si distingue in: normale, quando la macchina è sullo stesso piano dell’oggetto ripreso; rialzata, quando la macchina riprende dall’alto; abbassata, quando si riprende dal basso.
INQUADRATURA
E’ lo spazio che la macchina da presa delimita. E’ oggettiva se riproduce la realtà come la vede l’occhio del regista; soggettiva se riproduce la realtà come la vede l’occhio di un personaggio. Più inquadrature o più scene, girate anche in ambienti molto diversi, fanno una sequenza. Ha nomi diversi a seconda della porzione di spazio che racchiude e delle parti della figura umana che isola. Se il riferimento è lo spazio si parla di “campi”, se il riferimento è una persona, si parla di “piani”.
CAMPO
È la quantità di spazio mostrata dall’inquadratura. Il campo può essere: lunghissimo (CLL), quando abbraccia, nelle riprese in esterni, un grandissimo spazio e offre una visione d’insieme del luogo, sicché le figure umane o non sono presenti o appaiono a notevole distanza, distinguendosi a malapena; lungo (CL), quando negli esterni la figura umana resta di dimensioni limitate; medio (CM), quando la figura, pur avendo maggior rilievo, non arriva a toccare con testa e piedi i margini superiore e inferiore del quadro (altrimenti si parlerebbe di figura intera); totale, quando si riporta la totalità di un interno con tutti i personaggi che vi agiscono (p.es. il totale di una piazza o di una stanza); fuori campo (FC) è tutto ciò che, escluso dal campo, si intuisce tuttavia essere presente nei sei luoghi intorno al campo (cioè ai quattro lati del campo, dietro la scenografia, dietro la cinepresa.
PIANO
È costituito dalle inquadrature in cui predomina l’elemento umano. I piani sono di diverso tipo: primissimo piano (PPP), quando compare solo il volto dell’attore o un oggetto molto ravvicinato; primo piano (PP), quando appare la testa e le spalle del personaggio; piano medio (PM) (o mezza figura), quando il personaggio è ripreso dalla vita in su; figura intera (FI), quando l’attore tocca i margini superiore e inferiore del quadro; piano americano (PA), quando la figura è ripresa dalle ginocchia in su; particolare, quando appare solo un particolare del corpo umano (gli occhi, le mani…); dettaglio, quando compare solo un particolare di un oggetto o di un animale.
MOVIMENTI DI MACCHINA
Si indicano con questo termine gli spostamenti della macchina da presa, siano panoramiche (PAN), carrellate, gru, dolly o movimenti compositi.
Ecco come nasce uno storyboard!
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Domanda: Se il soggetto principale della mia ripresa video è una bottiglietta d’acqua e la riprendo dal tappo al fondo è corretto dire “FIGURA INTERA?”
Tendenzialmente tutti i termini come “Figura Intera“, “Primo Piano“, “Piano Americano” etc. fanno riferimento alla presenza dell’attore in scena. Parlando di un oggetto, anche questo sia soggetto unico della scena e/o della ripresa, trovo più corretto parlare comunque di “dettaglio“.